Non c’era posto nell’albergo…
Caro Bambino, per te non c’era posto nell’albergo. E’ successo duemila anni fa. Ed è successo anche quest’anno. Ancora una volta, nella mangiatoia, tra un bue ed un asinello, un po’ di spazio si è trovato. La storia si ripete… bella da raccontare, commovente da ascoltare. Che la città sia Betlemme o New York poco importa. Un bambino è sempre un dono di Dio. E quel Gesù che ancora una volta arriverà nel presepe a Natale, quando troverà il suo posto già occupato… beh sorriderà e penserà che, per la verità, nella sua mangiatoia c’è spazio per tutti!
Era sera in una qualunque chiesa di New York. Il sagrestano stava per chiudere le porte del sacro edificio, dopo aver spento quasi tutte le luci. Cammina nella navata centrale e, dal presepe collocato a lato, sente provenire un vagito. Sorride e pensa “siamo solo all’inizio dell’avvento: Gesù, non anticipare i tempi!” Ma subito si ferma: “è proprio un vagito!” Corre al presepe: c’è un bambino nella mangiatoia! Un bimbo in carne ed ossa, appena fasciato alla meglio, che piange e si dimena. Avrà poche ore di vita…! Chiama immediatamente il parroco ed allerta i soccorsi. Da dove vieni, caro Bambino del presepe? Nella semioscurità del tempio, non vista da alcuno, una mano materna ti avrà collocato qui, nel luogo più sicuro. Una madre, che tu non conoscerai, ti ha portato in grembo nove mesi e ti ha fatto nascere. Per un mistero che solo lei comprende non ha potuto tenere con sé la tua neonata esistenza. Ti ha affidato ad un’altra Madre. Ti ha messo al sicuro in questo presepe appena allestito, sotto lo sguardo benevolo ed immobile di
Giuseppe e Maria, al caldo di un improbabile alito di bue ed asinello incartapecoriti. In questa chiesa, in questa comunità di credenti, ci sarà pure un cuore di madre che ti accoglierà. Caro Emmanuele, mi permetto di chiamarti così, benvenuto in questa umanità ed in questa comunità di fratelli. Nessuno ti ha rifiutato: una madre ti ha amato e ti ha donato la vita: ha preferito generarti all’esistenza, invece di scegliere altre soluzioni apparentemente più semplici. Con il cuore straziato si è separata da te: e chissà quanto ha sofferto! Ti sei ritrovato nella culla del Bambinello più famoso del mondo!
Benvenuto tra noi: abbi sempre amore e rispetto per quella madre, per quel cuore ferito di donna, che non ha potuto tenerti tra le sue braccia. Pensala qui con te, in questo strano ed impensato presepe, confusa tra i pastori e i magi. Povera, eppure fiduciosa in Dio e nel dono della vita. Abbi amore per Dio, che ti ha prestato per un po’ la culla del suo figlio! Ed abbi amore per tutta l’umanità: non hai ancora una tua famiglia, ma tutti noi siamo i tuoi fratelli. E ricorda a te stesso, ed a noi, che nel presepe di Gesù c’è posto per tutti…