VEGLIA PASQUALE 2016

“Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore.
Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri”. (Isaia, 55,1-10; Quinta lettura della Veglia)

Così il Signore parola al popolo di Israele, esule a Babilonia, per mezzo del profeta Isaia.

E’ un popolo che soffre, eppure ha ricevuto l’annuncio di speranza: Dio non si dimentica dei suoi fedeli, Dio si ricorda delle sue promesse e interverrà, al momento opportuno, in favore del suo popolo oppresso e gli darà sollievo e liberazione.

Al popolo è chiesto un atto di fiducia in Dio: non si può comprendere tutto, non si può capire come Dio si farà presente a fianco dei suoi e in che modo opererà salvezza e liberazione. Egli chiede di affidarsi alla sua mano provvidente.

“le mie vie non sono le vostre vie”

Nell’abisso del dolore del Venerdi santo, di fronte alla croce di Cristo, molti non hanno capito, si sono chiesti il perché di quella morte e del silenzio di Dio. Molti lo hanno deriso.

Dall’alto della croce Cristo ha insegnato a tutti noi ad affidarci al Padre: “Nelle tue mani o Padre consegno il mio spirito!”

Gesù ci ha suggerito la strada della fiducia, la via del totale abbandono nelle braccia misericordiose del Padre.

“le sue vie non sono le nostre vie”

Egli sa trasformare il buio della morte in aurora di vita.

In questi giorni della settimana santa, meditando la Passione del Signore, siamo stati progressivamente accompagnati nel suo mistero di amore e di misericordia, abbiamo potuto avvicinare, o almeno intuire, quali siano le sue vie, i suoi pensieri.

La domenica delle Palme ci ha guidato nella riflessione la preghiera del Ladrone: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Una preghiera che già era una chiara e limpida professione di fede in colui che può salvare!

Giovedi sera nella cena del Signore ci siamo soffermati sul senso dell’espressione “li amò sino alla fine!”. Una fine che è un compimento, un obiettivo, un desiderio di fare tutto il bene di cui l’altro ha bisogno.

Nella liturgia del Venerdi santo abbiamo contemplato il raggiungimento di questo obiettivo, di questo compimento: Gesù ha liberamente scelto di donare la vita per noi, per ciascuno di noi!

Ieri sera, nella via crucis, ci siamo chiesti: di fronte alla grandezza dell’amore di Dio, rivelato in Cristo, perché tanta violenza? Perché Cristo non è stato accolto e rispettato? Perché Cristo oggi non è accolto e rispettato in tanti sofferenti nel mondo?

In questa notte Dio sembra risponderci chiedendoci un surplus di fiducia.

“le mie vie non sono le vostre vie”.

Ci chiede di pensare a Lui, di confidare in Lui e nella sua capacità di fare nuove tutte le cose: questo è il messaggio di Pasqua!

Dio che apre il sepolcro di Cristo, si rivela capace di trasformare e fare nuovo il mondo!

Ci chiede di provare a guardare il mondo in modo nuovo, con la sua prospettiva.

Dio guarda dall’alto del cielo e scruta il cuore di ogni uomo. Dio vede dall’alto della Croce e offre la vita per tutti, indistintamente.

Noi vediamo il male, la fatica, la sofferenza di tanti innocenti, la crisi…  Dio vede i segni di speranza.

Noi vediamo i buoni che spesso soffrono e i malvagi che apparentemente trionfano. Dio vede i suoi figli, siamo tutti suoi figli. Vede quelli che si affaticano per il bene e vede quelli prigionieri del male. Ma li riconosce tutti come suoi figli. E soffre per ogni figlio lontano da casa!

Noi vediamo nemici, Lui vede figli da salvare, con il sangue prezioso del figlio.

Chiede a noi, oggi, di entrare in un nuovo rapporto di fiducia con Lui: il mondo può cambiare, Dio è all’opera.

Il mondo può trasformarsi, ma Dio chiede il nostro contributo.

Ci domanda di osservare la realtà di oggi in modo nuovo, come la vede lui. Non un mondo di nemici, bensì un mondo di fratelli, tutti segnati dalla fragilità. Tutti desiderosi di un mondo migliore.

Ci chiede di riconoscere i segni di speranza, ci dona la forza per costruire la civiltà dell’amore.

Ieri, al termine della Via Crucis, papa Francesco ha ricordato tante situazioni di peccato, di violenza, di sofferenza, ma anche tanti segni di bene, tanti germi di speranza.

Oggi Dio affida a noi il compito di far crescere la speranza.

Ci chiede di partire da uno sguardo rinnovato su noi stessi, sul mondo, su Dio.

Gesù, tu che sei stato Crocifisso per amore e sei risorto, vogliamo ancora una volta pregarti con la parole del ladrone: “Ricordati di noi!”

Ricordati di questo mondo segnato dal male, ricordati delle nostre persone fragili, ricordati delle nostre comunità.

Noi ti diciamo la nostra fede, sappiamo che tu sei il nostro salvatore…

Aiutaci a guardare il mondo con i tuoi occhi, con il tuo cuore…

Solo tu hai progetti di bene, di pace, di speranza:

“le tue vie non sono le nostre vie; i tuoi pensieri non sono i nostri pensieri”

 

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