Misericordia et Misera

Link lettera dal sito del Vaticano

LETTERA APOSTOLICA

Misericordia et
misera

DEL SANTO PADRE
FRANCESCO

A CONCLUSIONE
DEL GIUBILEO STRAORDINARIO
DELLA MISERICORDIA

Alcune questioni particolari nella Lettera apostolica del Papa a conclusione del Giubileo

  1. L’annuncio della misericordia di Dio rimane sempre attuale e necessario. Cristo continua a proporre a tutti i credenti la strada della conversione, per avere salvezza. E attende tutti con un cuore pieno di compassione.
  2. Chi ha procurato l’aborto volontario incorre nella scomunica. Perché? Con la pena canonica della scomunica, la Chiesa intende ricordare che la vita umana è sempre un dono grande. Nessuno può essere arbitro della vita altrui. Uccidere un innocente incapace di difendersi è un grave peccato contro Dio. Poiché lo Stato ha legalizzato l’aborto, la Chiesa richiama la gravità della scelta.

Incorre nella scomunica la donna che liberamente sceglie l’aborto, i famigliari che appoggiano e incoraggiano la scelta, i sanitari che attuano l’interruzione di gravidanza. La Chiesa invita anche a pensare che spesse volta la donna è stata lasciata sola o addirittura costretta all’aborto. E porterà per sempre con sé il vuoto lasciato dalla vita che era in lei.

  1. Cosa succedeva prima della lettera del Papa?

Il sacerdote che ascoltava la confessione era tenuto ad invitare chi confessava il peccato di aborto a tornare in un secondo momento. Il sacerdote doveva chiedere al Vescovo l’autorizzazione ad assolvere e togliere la scomunica (ovviamente sempre rispettando il segreto confessionale!). Oppure indirizzava il penitente ad uno dei sacerdoti stabilmente autorizzati dal Vescovo (vicari episcopali e vicari foranei).  Questa tempistica dilatata serviva come percorso terapeutico, in vista di un cammino di rinascita interiore della persona che aveva abortito. Il perdono veniva sempre concesso a chiunque fosse veramente pentito.

  1. Ora cosa succede?

Ora non è più necessario chiedere l’autorizzazione al Vescovo. Ogni sacerdote può togliere la scomunica e assolvere il peccato di aborto, senza chiedere autorizzazioni, pur con l’impegno di ricordare il valore grande della vita, che va sempre accolta e difesa.

I sacerdoti sono comunque tenuti a informare che con l’interruzione volontaria di gravidanza il fedele incorre tutt’oggi nella scomunica, quindi ha necessità urgente di accostarsi alla confessione, per ritornare nella piena comunione e ottenere il dono della misericordia di Dio.

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