Significato dei termini Zachar – Ziqqaron – Eucharistò – Leitourghia
Dal libro della Gènesi Gn 14, 18-20
In quei giorni, Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole:
«Sia benedetto Abram dal Dio altissimo,
creatore del cielo e della terra,
e benedetto sia il Dio altissimo,
che ti ha messo in mano i tuoi nemici».
E [Abramo] diede a lui la decima di tutto.
Dal libro dell’Èsodo Es 12, 1-8. 11-14
«Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell’anno. Parlate a tutta la comunità d’Israele e dite: “Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l’agnello secondo quanto ciascuno può mangiarne.
Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case nelle quali lo mangeranno. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore!
In quella notte io passerò per la terra d’Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d’Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dèi dell’Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle case dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d’Egitto. Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne”».
Dal libro del Deuteronòmio Dt 8, 2-3. 14b-16a
Mosè parlò al popolo dicendo: «Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore, se tu avresti osservato o no i suoi comandi. Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore. Non dimenticare il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile; che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz’acqua; che ha fatto sgorgare per te l’acqua dalla roccia durissima; che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri».
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi1 Cor 10, 16-17
Fratelli, il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1 Cor 11, 23-26
Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.
Dal vangelo secondo Giovanni Gv 6, 51-58
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Dal vangelo secondo Marco Mc 14, 12-16. 22-26
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Dal vangelo secondo Luca Lc 24, 13-35
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. …… Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Didachè cap 9 – 10
Riguardo all’eucaristia, così rendete grazie:
2. dapprima per il calice: Noi ti rendiamo grazie, Padre nostro, per la santa vite di David tuo servo, che ci hai rivelato per mezzo di Gesù tuo servo. A te gloria nei secoli. 3. Poi per il pane spezzato: Ti rendiamo grazie, Padre nostro, per la vita e la conoscenza che ci hai rivelato per mezzo di Gesù tuo servo. A te gloria nei secoli. 4. Nel modo in cui questo pane spezzato era sparso qua e là sopra i colli e raccolto divenne una sola cosa, così si raccolga la tua Chiesa nel tuo regno dai confini della terra; perché tua è la gloria e la potenza, per Gesù Cristo nei secoli. 5. Nessuno però mangi né beva della vostra eucaristia se non i battezzati nel nome del Signore, perché anche riguardo a ciò il Signore ha detto: “Non date ciò che è santo ai cani“.
Dopo che vi sarete saziati, così rendete grazie:
2. Ti rendiamo grazie, Padre santo, per il tuo santo nome che hai fatto abitare nei nostri cuori, e per la conoscenza, la fede e l’immortalità che ci hai rivelato per mezzo di Gesù tuo servo. A te gloria nei secoli. 3. Tu, Signore onnipotente, hai creato ogni cosa a gloria del tuo nome; hai dato agli uomini cibo e bevanda a loro conforto, affinché ti rendano grazie; ma a noi hai donato un cibo e una bevanda spirituali e la vita eterna per mezzo del tuo servo.
4. Soprattutto ti rendiamo grazie perché sei potente. A te gloria nei secoli.
5. Ricordati, Signore, della tua chiesa, di preservarla da ogni male e di renderla perfetta nel tuo amore; santificata, raccoglila dai quattro venti nel tuo regno che per lei preparasti.
Perché tua è la potenza e la gloria nei secoli.
Chi è santo si avanzi, chi non lo è si penta. Maranatha. Amen.
Ippolito di Roma. Traditio apostolica
Quando uno è stato fatto vescovo, tutti gli danno il bacio di pace e lo salutano. I diaconi gli porgono l’oblazione ed egli, imponendovi le mani con tutto il collegio dei presbiteri , dirà la seguente azione di grazie:
Il Signore è con voi. E tutti risponderanno: E col tuo spirito. In alto i nostri cuori. — Sono rivolti al Signore. Rendiamo grazie al Signore. — E’ giusto e necessario. E proseguirà così: Noi ti rendiamo grazie, o Dio, mediante il tuo Figlio dilettissimo, Gesù Cristo, che, negli ultimi tempi, ci hai inviato come Salvatore, Redentore e Messaggero della tua volontà. Egli è il tuo Verbo inseparabile, per mezzo del quale tu hai creato tutte le cose e in cui ti sei compiaciuto. Tu l’hai inviato dal cielo nel seno di una vergine. Nei suoi fianchi egli si è incarnato; si è manifestato come tuo figlio, nato dallo Spirito santo e dalla Vergine. Ha compiuto la tua volontà e, per acquistarti un popolo santo, ha steso le mani9 , quando pativa, per liberare dalla sofferenza coloro che in te hanno creduto.
Allorché, dunque, si era consegnato volontariamente alla sofferenza, per distruggere la morte, sottomettere l’inferno, illuminare i giusti, stabilire il Testamento e manifestare la sua Risurrezione, prese il pane, rese grazie e disse:
Prendete e mangiate, questo è il mio corpo che sarà spezzato per voi. Allo stesso modo prendendo il calice disse: Questo è il mio sangue che è sparso per voi.
Quando farete questo, fatelo in memoria di me. Memori dunque della sua morte e della sua risurrezione, noi ti offriamo il pane e il calice, rendendoti grazie per averci giudicati degni di stare al tuo cospetto e di servirti. Ti chiediamo d’inviare il tuo Spirito sull’oblazione della santa Chiesa, di raccogliere nell’unità tutti quelli che si comunicano, di riempirli dello Spirito santo, per rafforzare la loro fede nella verità. Così vogliamo lodarti e glorificarti mediante tuo figlio, Gesù Cristo. Per mezzo di lui ti siano resi gloria ed onore, Padre e Figlio con lo Spirito santo, nella santa Chiesa, ora e nei. secoli dei secoli! Amen.
Dalla «Prima Apologia a favore dei cristiani» di san Giustino, martire
A nessun altro è lecito partecipare all’Eucaristia, se non a colui che crede essere vere le cose che insegniamo, e che sia stato purificato da quel lavacro istituito per la remissione dei peccati e la rigenerazione, e poi viva così come Cristo ha insegnato.
Noi infatti crediamo che Gesù Cristo, nostro Salvatore, si è fatto uomo per l’intervento del Verbo di Dio. Si è fatto uomo di carne e sangue per la nostra salvezza. Così crediamo pure che quel cibo sul quale sono state rese grazie con le stesse parole pronunciate da lui, quel cibo che, trasformato, alimenta i nostri corpi e il nostro sangue, è la carne e il sangue di Gesù fatto uomo.
Gli apostoli nelle memorie da loro lasciate e chiamate vangeli, ci hanno tramandato che Gesù ha comandato così: Preso il pane e rese grazie, egli disse: «Fate questo in memoria di me. Questo è il mio corpo». E allo stesso modo, preso il calice e rese grazie, disse: «Questo è il mio sangue» e lo diede solamente a loro.
Da allora noi facciamo sempre memoria di questo fatto nelle nostre assemblee e chi di noi ha qualcosa, soccorre tutti quelli che sono nel bisogno, e stiamo sempre insieme. Per tutto ciò di cui ci nutriamo benediciamo il creatore dell’universo per mezzo del suo Figlio Gesù e dello Spirito Santo.
E nel giorno, detto del Sole, si fa l’adunanza. Tutti coloro che abitano in città o in campagna convengono nello stesso luogo, e si leggono le memorie degli apostoli o gli scritti dei profeti per quanto il tempo lo permette. Poi, quando il lettore ha finito, colui che presiede rivolge parole di ammonimento e di esortazione che incitano a imitare gesta così belle. Quindi tutti insieme ci alziamo ed eleviamo preghiere e, finito di pregare, viene recato pane, vino e acqua. Allora colui che presiede formula la preghiera di lode e di ringraziamento con tutto il fervore e il popolo acclama: Amen! Infine a ciascuno dei presenti si distribuiscono e si partecipano gli elementi sui quali furono rese grazie, mentre i medesimi sono mandati agli assenti per mano dei diaconi. Alla fine coloro che hanno in abbondanza e lo vogliono, danno a loro piacimento quanto credono. Ciò che viene raccolto, è deposto presso colui che presiede ed egli soccorre gli orfani e le vedove e coloro che per malattia o per altra ragione sono nel bisogno, quindi anche coloro che sono in carcere e i pellegrini che arrivano da fuori. In una parola, si prende cura di tutti i bisognosi.
Ci raduniamo tutti insieme nel giorno del Sole, sia perché questo è il primo giorno in cui Dio, volgendo in fuga le tenebre e il caos, creò il mondo, sia perché Gesù Cristo nostro Salvatore risuscitò dai morti nel medesimo giorno. Lo crocifissero infatti nel giorno precedente quello di Saturno e l’indomani di quel medesimo giorno, cioè nel giorno del Sole, essendo apparso ai suoi apostoli e ai discepoli, insegnò quelle cose che vi abbiamo trasmesso perché le prendiate in seria considerazione.
San Giovanni Crisostomo, Omelie sul tradimento di Giuda
Non essere un altro Giuda E` tempo ormai di accostarsi a questa mensa terribile e veneranda. Accostiamoci tutti, dunque, con coscienza pura: non vi sia qui nessun Giuda che trama insidie al suo prossimo, nessun malvagio, nessuno che abbia il veleno celato nel proprio cuore. Ora è presente il Cristo, che adorna la mensa; non è un uomo infatti che tramuta le offerte nel corpo e nel sangue del Cristo. Il sacerdote sta compiendo solo un ufficio esteriore e offre preghiere: ma la grazia e il potere sono di Dio, che tutto compie.«Questo è il mio corpo» egli dice. Questa parola trasforma le offerte. 9 Come quella voce che disse: Crescete e moltiplicatevi e riempite la terra (Gen. 1,28) era una parola e divenne una realtà, perché diede alla natura umana il potere di procreare figli, così anche questa voce accresce sempre, con la grazia, chi degnamente partecipa. Nessuno tra di noi dunque sia falso, sia malvagio o ladro, nessuno maledico o pieno d`odio o avaro o ubriacone o arrogante, nessuno effeminato o invidioso o servo del piacere, nessuno ladro o imbroglione, per non mangiare la propria condanna. Anche allora Giuda partecipò indegnamente al mistico banchetto e, uscito, tradì il Signore: e questo perché tu apprenda che precisamente coloro, i quali partecipano indegnamente ai sacri misteri, vengono assaliti per lo più e con frequenza dal diavolo, e precipitano se stessi in un giudizio ben più grave. Dico questo non solo per intimorirvi, ma anche per rendervi più cauti. Come anche il cibo del corpo, se scende in un ventre pieno di umori cattivi, aumenta la malattia, così anche il cibo spirituale se viene preso indegnamente rende più grave la condanna. Nessuno dunque, vi scongiuro, conservi in sé pensieri cattivi, ma purifichiamo il nostro cuore: siamo templi di Dio, infatti, se siamo puri. Santifichiamo la nostra anima, dato che ci è possibile farlo in un giorno solo. Come e in che modo? Se hai qualcosa contro il tuo nemico, rinuncia all`ira e poni termine all`inimicizia perché a questa mensa tu possa prendere la medicina della remissione. Ti accosti al sacrificio tremendo e venerando: Cristo giace immolato. Rifletti per quale motivo si è immolato: di quali misteri ti sei privato, o Giuda! Il Cristo ha dato la sua vita per te e, tu, ti mantieni ostile con chi è tuo collega in schiavitù? Come puoi accostarti a questa mensa di pace? Il tuo Padrone non ha ricusato di soffrire tutto per te, e tu non vuoi neppure rinunciare all`ira?
Vuoi onorare il corpo di Cristo? Vuoi onorare il corpo di Cristo? Non permettere che sia oggetto di disprezzo nelle sue membra, cioè nei poveri, privi di panni per coprirsi. Non onorarlo qui in chiesa con stoffe di seta, mentre fuori lo trascuri quando soffre per il freddo e la nudità. Colui che ha detto: “Questo è il mio corpo”, confermando il fatto con la parola, ha detto anche: “Mi avete visto affamato e non mi avete dato da mangiare” e “ogni volta che non avete fatto queste cose a uno dei più piccoli fra questi, non l’avete fatto neppure a me”. Il corpo di Cristo che sta sull’altare non ha bisogno di mantelli, ma di anime pure; mentre quello che sta fuori ha bisogno di molta cura. Impariamo dunque a pensare e a onorare Cristo come egli vuole. Infatti l’onore più gradito, che possiamo rendere a colui che vogliamo venerare, è quello che lui stesso vuole, non quello escogitato da noi. Che vantaggio può avere Cristo se la mensa del sacrificio è piena di vasi d’oro, mentre poi muore di fame nella persona del povero? Prima sazia l’affamato, e solo in seguito orna l’altare con quello che rimane. Gli offrirai una calice d’oro e non gli darai in bicchiere d’acqua? che bisogno c’è di adornare con veli d’oro il suo altare, se poi non gli offri il vestito necessario? che guadagno ne ricava egli? Dimmi: se vedessi uno privo del cibo necessario e, senza curartene, adornassi d’oro solo la sua mensa, credi che ti ringrazierebbe, o piuttosto non s’infurierebbe contro di te? e se vedessi uno coperto di stracci e intirizzito dal freddo, e, trascurando di vestirlo, gli innalzassi colonne dorate, dicendo che lo fai in suo onore, non si riterrebbe forse di essere beffeggiato e insultato in modo atroce? Pensa la stessa cosa di Cristo, quando va errante e pellegrino, bisognoso di un tetto. 10 Tu rifiuti di accoglierlo nel pellegrino e adorni invece il pavimento, le pareti, le colonne e i muri dell’edificio sacro. Attacchi catene d’argento alle lampade, ma non vai a visitarlo quando lui è incatenato in carcere. Dico questo non per vietarvi di procurare tali addobbi e arredi sacri, ma per esortarvi a offrire, insieme a questi, anche il necessario aiuto ai poveri, o, meglio, perché questo sia fatto prima di quello. Nessuno è mai stato condannato per non aver cooperato ad abbellire il tempio, ma chi trascura il povero è destinato alla geenna, al fuoco inestinguibile e al supplizio con i demoni. Perciò, mentre adorni l’ambiente per il culto, non chiudere il tuo cuore al fratello che soffre. Questo è il tempio vivo più prezioso di quello.
RITO DELLA MESSA
RITI DI INRODUZIONE
SALUTO – ATTO PENITENZIALE – GLORIA
COLLETTA (ORATIO SUPRA POPULUM COLLECTUM)
LITURGIA DELLA PAROLA
LETTURE, SALMO, VANGELO
PROFESSIONE DI FEDE
PREGHIERA DEI FEDELI
LITURGIA EUCARISTICA
PRESENTAZIONE DEI DONI
PREGHIERA EUCARISTICA (Prefazio, Sanctus, Consacrazione: epiklesis e anamnesis)
RITI DI COMUNIONE (Pater noster, segno di pace, comunione eucaristica)
RITI CONCLUSIVI
OREMUS, BENEDIZIONE E CONGEDO.
PREGHIERA EUCARISTICA II
Padre veramente santo, fonte di ogni santità,
santifica questi doni con l’effusione del tuo Spirito
perché diventino per noi il corpo e + il sangue di Gesù Cristo nostro Signore.
Egli, offrendosi liberamente alla sua passione, prese il pane e rese grazie,
lo spezzo, lo diede ai suoi discepoli, e disse:
PRENDETE, E MANGIATENE TUTTI: QUESTO É IL MIO CORPO OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI.
Dopo la cena, allo stesso modo, prese il calice e rese grazie, lo diede ai suoi discepoli, e disse:
PRENDETE, E BEVETENE TUTTI: QUESTO É IL CALICE DEL MIO SANGUE
PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA, VERSATO PER VOI E PER TUTTI
IN REMISSIONE DEI PECCATI. FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME.
Mistero della fede.
Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione,
nell’attesa della tua venuta.
Celebrando il memoriale della morte e risurrezione del tuo Figlio,
ti offriamo, Padre, il pane della vita e il calice della salvezza,
e ti rendiamo grazie per averci ammessi alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale.
Ti preghiamo umilmente: per la comunione al corpo e al sangue di Cristo
lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo.
Ricordati, Padre, della tua Chiesa diffusa su tutta la terra:
rendila perfetta nell’amore in unione con il nostro Papa N.,
il nostro Vescovo N., e tutto l’ordine sacerdotale.
Ricordati dei nostri fratelli, che si sono addormentati nella speranza della risurrezione
e di tutti i defunti che si affidano alla tua clemenza: ammettili a godere la luce del tuo volto.
Di noi tutti abbi misericordia: donaci di aver parte alla vita eterna,
insieme con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio, con san Giuseppe suo sposo,
con gli apostoli e tutti i santi, che in ogni tempo ti furono graditi:
e in Gesù Cristo tuo Figlio canteremo la tua gloria.
Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te, Dio, Padre onnipotente,
nell’unita dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni; e con l’aiuto della tua misericordia, vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell’attesa che si compia la beata speranza, e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo.
Tuo é il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli.
Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace», non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Amen.
La pace del Signore sia sempre con voi.
E con il tuo spirito.
Scambiatevi un segno di pace.
Beati gli invitati alla Cena del Signore. Ecco l’Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo
O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato.